Ciao a tutti amici e ben trovati ad un nuovo appuntamento di “Venerdì da cosplayer”. Il freddo ci ha investito come una sonora sberla alla Bud Spencer, ma ci ricorda anche che l’autunno sta arrivando, tornano le zucche e si avvicina il capodanno dei cosplayer e cioè il Lucca Comics… This is Halloween, this is Halloweeeen!… oddio, ok la smetto, non guardatemi male sono solo una povera nerd malata di citazioni. La vostra volpe, però, non andrà certo in letargo, bensì si è rimessa a caccia di notizie! Destino ha voluto che mentre mi trovavo al Modena Nerd ho potuto scambiare quattro chiacchiere con colei che è stata selezionata quest’anno come rappresentante al CNC… non è vero, l’ho rapita alle attenzioni del pubblico e l’ho sequestrata per scoprire come ha fatto a vincere! Dalla Sicilia con il fiatone per le lunghe ore di viaggio, vi presento Alessandra Raven!
Ciao Alessandra! Grazie per aver accettato di essere qui insieme a noi dopo le tue recenti fatiche sul palco di Modena Nerd. So che l’emozione per l’inaspettata vittoria è ancora forte, ma spero non tanto da impedirti di rispondere alle mie domande super impiccione. Pronta? Cominciamo! Quando è nata la tua passione per il cosplay?
“Nel 2014. All’inizio, un po’ come tutti, assemblavo o modificavo vestiti che trovavo in giro, finché a metà del 2015 ho iniziato a creare da zero i miei abiti. Il primo costume fatto da me è stato Pocahontas, per il Geek Party di Messina.”
Ma dai! C’ero anche io quella volta! Mi trovavo in prima fila e pensai “Però! Alla faccia, che brava!” Alla fine le nostre strade si sono incrociate già lì, vedi? Ti faccio un’altra domanda, cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questo mondo?
“Mi sono avvicinata a questo mondo ancor prima di rendermene conto. Su Facebook trovai alcune pagine dedicate ai comics e ai cosplayer e iniziai a visitarle almeno una volta al giorno. Amavo guardare le foto, mi sembrava un mondo bellissimo, ma mi mancava il coraggio di cimentarmi in prima persona. Ogni anno dicevo “magari il prossimo anno faccio Ursula” (personaggio un po’ più comodo per la mia fisicità visto che sono sempre stata una palletta), ma puntualmente posticipavo… Finché ci fu un grosso evento nella mia città, e un mio caro amico mi disse “o vieni, o vieni. Devi venire per forza”. Ho aperto l’armadio, ho raccolto vestiti e coraggio, e con l’aiuto di qualche accorgimento ho creato il mio primo original. Lo chiamai Leanna, e nel tragitto casa/fiera mi resi conto che stavo lentamente già immaginando la sua storia. Ho capito subito quanto possa essere stimolante creare un original, così quanto lo è fare cosplay in generale. Da quel momento non mi sono più fermata, una volta assaggiato qualcosa che ti piace non ti fermi più”
In queste storie di tutti voi, questi amici sono sempre responsabili del vostro inizio. Sono piacevolmente sorpresa, perché il format va avanti già da un po’ e sto notando che gli amici hanno sempre avuto un contributo in qualche modo
“Gli amici nerd hanno questo ed altro come merito”
Esatto! Viva le compagnie nerd che ci spingono a fare i salti importanti per crescere diciamo, come fanno i leoni con i loro cuccioli… È una giooooooostra che vaaaaaaa! Questa vita cheeeeeeee…. ops! scusami, anche tu devi sapere che la citazione mi parte per direttissima senza che me ne accorga. Se non la smetto arriva il presidente Luca Panzieri che ci fa Mufasa e ci dice che lo abbiamo dimenticato e non la finiamo più con le citazioni del Re Leone, andiamo avanti, andiamo avanti prima che ci senta: Parlaci un po’ di te, nella vita di tutti i giorni, cosa fai?

ART Factory – Palermo
“Schifo mi verrebbe da dire, ma in realtà no. Lavoro in campo teatrale: realizzo costumi e oggetti di scena per musical, animazione, rievocazioni… Studio recitazione e a mia volta la insegno in un corso per bambini. Loro sono i miei “broccoli” e nonostante io li segua in veste di insegnante, imparo da loro tante cose ogni giorno. Mi occupo della realizzazione dei costumi dei saggi teatrali della scuola, e non solo. Sto collaborando anche con la Art Factory di Palermo. Quest’anno ho realizzato i costumi dello spettacolo che abbiamo portato al Palermo Comicon, sotto la guida del nostro direttore Andrea Schirimenti, da cui ho ancora tanto da imparare. Ho anche studiato doppiaggio, per puro caso… Credevo che come disciplina non mi rispecchiasse invece mi è piaciuto parecchio. Per farla breve ho trasportato il cosplay anche fuori dal cosplay.
Nel mondo cosplay sei stata un po’, come dire, riconosciuta come interprete di varie principesse Disney, ricordiamo Belle, Rapunzel, Esmeralda ecc… quindi, se nel magico mondo del cosplay tu vivi una “vita da favola”, il tuo percorso ha fatto sì che nel tempo tu e altri artisti coniugando le vostre passioni fondaste la Art Factory dove arte, musica e spettacolo si racchiudono nel medesimo tetto. Ci vorresti raccontare cos’è e che possibilità offre al pubblico?
“Art Factory offre diverse possibilità: corso di musical, corso di recitazione, canto individuale e corale, sartoria teatrale, e anche diversi corsi di make up: teatrale, drag, ma anche trucco quotidiano e cura della persona. Abbiamo anche il corso di modellistica 3D, che soprattutto in campo cosplay è una freccia in più al proprio arco, o il corso di formazione per animatori. Tanti cosplayer si sono cimentati in questo campo, che sta prendendo molto piede. Ad Art Factory siamo tanti, ognuno con le proprie esperienze professionali alle spalle, e ciò ci permette di offrire corsi di tutti i tipi e per tutte le età ai nostri associati.”
È davvero una preparazione a 360 gradi. Forse anche il cosplay è stato complice in tal senso, proprio perché, come hai detto bene tu, avendo fornito delle chicche nel tempo, si sta continuando a sviluppare in diversi ambiti e ramificazioni e il fatto che ci siano cose come il corso 3D ecc. impreziosisce sicuramente il vostro percorso di studi.
“Penso che il cosplay non sia una semplice passione, racchiude in sé tantissimi ambiti: stare sul palco, realizzare vestiti e accessori, trucco. Con il cosplay hai modo di giocare con tutte queste cose. Poi quando ti rendi conto che vuoi fare sul serio cominci a formarti, ad esempio sono stata a Firenze per un corso di trucco prostetico. Sì, può tornarti utile avere quella chicca in più per una gara, ma se poi magari trovi lavoro in teatro o in un campo di impiego che può far sì che la tua passione diventi qualcosa di più serio, perché no”
“Nasci” come attrice, cantante e performer, e in seguito inizi a fare cosplay, un percorso svolto all’inverso da molti, che tramite il cosplay si avvicinano a nuove passioni o intraprendono attività collegate allo spettacolo. Credi che il cosplay sia il nuovo modo per avvicinarsi alle arti sceniche, o il tradizionale “vado a fare teatro per essere meno timido” sarà ancora il vincitore, e le fiere un buon modo di fare incontrare accademie e scuole di arti sceniche?

Steeven Ramasamy
“In realtà può essere tanto l’una quanto l’altra cosa. Molti cosplayer si avvicinano a corsi di teatro, perché pensano che li possa aiutare a sconfiggere la timidezza sul palco. Conosco cosplayer che fanno lavori graziosissimi, ma non se la sentono di gareggiare… non per paura della giuria, ma perché non sanno cosa fare di fronte al pubblico. In questo senso, un cosplayer può avvicinarsi a un corso di teatro per sbloccarsi! Se riconosci di avere un limite dettato dalla timidezza, cerchi di avere qualcuno che ti possa guidare. Al contrario, il teatro può essere un modo per avvicinarsi al cosplay. Una mia amica attrice teatrale è stata coinvolta insieme a me in un gruppo di principesse Disney a Etnacomics. Abbiamo fatto la gara, (e abbiamo vinto!) ed è stata allegramente inserita poi in altri progetti cosplay nonostante il suo mondo fosse il teatro. Tra le due non so quale sia l’opzione più valida in realtà. È una bella domanda a cui non so rispondere”
Mettiamola così, una cosa non esclude necessariamente l’altra, anzi…
“Si compensano”
Esattamente. Persone che sono partite con “vado a farmi un giro al comics in costume” vedendo questo mondo colorato, appassionandosene magari, hanno visto nel cosplay un ponte mediale per chi parte dal teatro e ha visto la possibilità di coniugare ciò che già sapeva con altre arti che ha scoperto nel tempo, perché come hai detto hai fatto corsi specializzandoti anche in altre ramificazioni. Adesso ti faccio una domanda forse un po’ spinosa. Qual è secondo te l’aspetto fondamentale di una esibizione cosplay?
“Per me l’aspetto fondamentale è la cura dei dettagli. Nella realizzazione del vestito così come nell’impostazione di una scenetta. È brutto vedere un cosplayer che ha un vestito bellissimo e poi sul palco sembra un comodino. Bisogna intanto creare un’empatia con il pubblico, che spesso infatti preferisce esultare per qualcuno che ha interpretato il personaggio molto bene, piuttosto che per qualcuno che ha semplicemente un bel vestito. E ovviamente bisogna curare ciò che indossi, realizzarlo in modo da poterti muovere bene, non lavorare in modo grossolano. Nessuno nasce, come si dice qua in Sicilia, “insegnato”, e nessuno può mettere in croce qualcun altro perché non ha il vestito perfetto. Magari sei autodidatta e il tuo costume ha dei difetti, ma esistono tanti accorgimenti per far sì che non si notino, ci vuole solo un po’ di inventiva. Come giurata preferisco premiare un cosplayer che palesemente ci mette il cuore in ciò che ha realizzato, piuttosto che qualcuno che ha un bel costumino e pensa esclusivamente a sfoggiarlo. Unpopular opinion, però…
Ovviamente poi ognuno ha le sue priorità, non tutti hanno la stessa linea di pensiero, ma questa è valida come le altre. Fare il giudice non è mai un mestiere facile, l’importante è sempre l’equità. Dove finisce il regolamento subentra l’opinione personale. Passiamo alla prossima domanda: Qual è la critica che maggiormente ti è stata rivolta in campo cosplay?
“Hehe… canti alle gare e vinci. Questa è la critica che mi è stata rivolta più volte”
Quindi tu canti e quindi SHAME! SHAME! VEGGOGNA!

Foto di Luca Vitello
“Esatto. Alcuni dicono che canto e vinco facile. Mi è capitato di ricevere il premio per l’interpretazione in gare in cui quasi tutti sfilano, io canto, e quindi vinco a tavolino… Ma mi è anche capitato di vincerlo in altre fiere, battendomi con persone che hanno fatto belle esibizioni, e non me lo aspettavo, soprattutto dato che spesso vige la legge non scritta di non premiare un cosplayer due volte per la stessa categoria. Mi affido all’equità della giuria, e non amo contestarne le decisioni. Ma dato che a quanto pare cantare significa vincere facile, mi tocca dire che una delle ultime gare cosplay a cui ho partecipato sembrava Castrocaro [il “Concorso per Voci Nuove”, N.d.R.]. Ho notato una grande percentuale di gente che ha partecipato cantando, ma un conto è portare il personaggio, interpretare la scena e la canzone calandoti nel contesto, e un conto è mettere il vestito, afferrare il microfono, metterti là con le gambine belle puntate, e cantare. È questo il dettaglio che non a tutti penetra. Molti si soffermano solo su “ha cantato e quindi ha vinto”, è più comodo. Sono stata anche criticata in faccia, so che è successo anche a te! Sono arrivati a dirmi “Ora arriva la tipa che fa cosplay Disney e canta, Alessandra Raven.” e io “Piacere sono io!”. Molto divertente.”
Sì, sì, è successo anche a me per l’appunto, è sempre molto comico, anche perché magari proprio perché non ti riconoscono ci vanno giù pesante, tranquilli, esattamente come quando si è dietro il pc e loro sono tranquilli di essere al sicuro e poi vai e ti presenti. Ci rimangono secchi e non poco. È facile per te coniugare passione, lavoro e vita sociale?
“Il mio lavoro e la mia passione sono la stessa cosa. Mi piace farlo, e mi è capitato anche di farlo fuori orario, ma ciò mi ha un po’ deteriorato. Ho lavorato un po’ troppo, sacrificando anche uscite, fidanzato ecc. Sto invertendo la rotta, per cucire solo 8 ore al giorno, che si tratti di cosplay o lavoro, e sto ritagliando di più i miei spazi. La vita ce la dobbiamo vivere e godere, pur senza dimenticare di fare la nostra parte e portare avanti l’ingranaggio. Quindi… è facile, ma in realtà non lo è stato, ma in realtà ci sto lavorando… Una cosa che sacrifico parecchio sono i social network. Non so come facciano quelle persone che lavorano a 10 progetti insieme, con quei filmatini carini con i WIP suddivisi per giorni, mentre io faccio 10 pezzi di un costume, scatto due foto e poi mi dico “Bene non ho i work in progress. Complimenti”. Poi mi faccio una foto col costume indosso, ma non la pubblico perché sono un mostro. I social network potrei gestirli meglio. È anche bello rendere partecipe chi ti segue facendogli vedere passo passo la realizzazione del tuo progetto”
Se dovessi scegliere un personaggio che ti rappresenta quale sarebbe? E perché ti senti vicina a lui/lei?
““Mi viene da pensare che il personaggio che meglio mi rappresenta sia Fiona di Shrek. È una principessa, però mena, è combattiva. Non è come tante altre principesse vecchio stile, non vive la vita sfornando crostate di more, non ha una zia o una matrigna ad opprimerla. Come le altre, aspetta di sposare un principe che neanche conosce, perché la sua vita cambi e diventi bella… ma si innamora dell’orco, abbraccia la sua diversità, alla fine rimane orchessa, e va bene così. Fiona rappresenta una bella metafora della vita secondo me: non bisogna essere per forza giovani e belli, non serve il castello, una palude può essere un bel posto dove vivere se hai la persona giusta accanto… e all’occorrenza bisogna menare”
Giusto. È bella questa lettura di Fiona, si vede che ci hai pensato. Si può riassumere ancora di più citando il nostro presidente “e poi giù botte!”. Complimenti, complimenti. Bene, siamo giunti all’ultima domanda della nostra chiacchierata. Che consiglio daresti al nostro pubblico cosplayer desideroso di cimentarsi nelle arti sceniche?
“Consiglio di osservare tutto con spirito critico, ma senza che esso ci distrugga, altrimenti passiamo dal volerci migliorare a dirci che abbiamo solo difetti. Suggerisco di frequentare un corso di teatro che, come dico sempre, può servire anche nella vita di tutti i giorni per guardare con sicurezza in faccia il panettiere. Suggerisco di creare un bel rapporto con noi stessi: niente viene fuori da un clima opprimente e negativo. È difficilissimo, magari pensiamo che gli altri siano favolosi, quando hanno semplicemente imparato a gestirsi. Confrontarsi con gli altri in modo costruttivo, imparando, influenzandoci e senza azzopparci tra di noi. L’invidia non porta a nulla.
Grazie infinite Alessandra per essere stata qui con noi. Ti facciamo un grandissimo in bocca al lupo per la tua partecipazione a Lucca e soprattutto un sentitissimo grazie sempre a voi caro pubblico che continuate a leggerci e sostenerci. Mi raccomando: spolliciate e condividete.
Dalla vostra Grayfox_001 è tutto e alla prossima!