Buon pomeriggio a tutti amici lettori! Ben ritrovati a un nuovo appuntamento di “venerdì da cosplayer”. Lucca Comics and Games è praticamente alle porte e tutti vi starete affannando per terminare in tempo i vostri cosplay da sfoggiare nell’evento più ambito dell’anno. Oggi voglio trattare insieme al nostro ospite uno degli argomenti più chiacchierati del nostro ambiente: le armature!
Conquistano i cuori di grandi e piccini: belle, vissute, scintillanti, grandi, striminzite, luminose, fumanti, con la sorpresa … perché di armature … ne abbiamo viste tante! E chi, secondo voi, potevamo invitare per trattare un argomento così vasto? Lui! Proprio lui! No! Non Rocco, a lui lasciamo le patatine! Lui! Colui che con sudore e sofferenza forgia instancabile le più nobili armature naniche!! Signori e signore oggi vi porto Alex Di Francesco!
Ciao Alex! Grazie per aver accettato il nostro invito. Iniziamo senza troppi indugi con quella che ormai è la nostra domanda di rito. Quando hai cominciato a fare cosplay?
“ho cominciato all’incirca 6, 7 anni fa. Fine 2012. Ho iniziato, così, per gioco. Andai a Cartoomics con il mio primo costume costruito nei ritagli di tempo e da lì è partito tutto.”

Quindi anche tu sei un veterano!
“Abbastanza, abbastanza. Mi posso considerare tale, penso…”
Ottimo, sono contenta. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questo mondo?
“Diciamo che è stata una cosa così, per provare. Conoscevo il mondo del cosplay dall’esterno, da frequentatore di fiere. Vedevo la gente in costume, mi sembrava si divertissero e ho detto “proviamo, secondo me è una cosa bella da fare” e cominciai provando a realizzare i costumi del Signore degli Anelli, che è sempre stata la mia più grande passione sin da bambino. Mi sono detto “Mettiamoci in gioco” e da lì mi sono reso conto che la cosa mi piaceva, mi dava modo di conoscere tante persone e, insomma, è stata un’escalation negli anni.”
Sei stato riconosciuto per molto tempo per questi ruoli da possente guerriero nanico, ma tu, nella vita di tutti i giorni, cosa fai?
“Nella vita di tutti i giorni ormai faccio questo. Sono una persona che crea costumi con il mio collega nel mio laboratorio e passo le giornate a costruire armature e cosplay di ogni tipo.”
Quindi sei diventato un novello Efesto del cosplay praticamente.
“Praticamente si. Ormai è la mia occupazione a tempo pieno da almeno 4 anni. Quello che si vede in fiera è quello che sono nella realtà. Non ci sono segreti”
Come si chiama la tua fucina del cosplay?
“Siamo Dwarven Armory, che appunto vuol dire “Armeria nanica” visto che ho anche l’aspetto di un nano!”
Ma noooo! Dai! Oddio, senza nulla togliere alla possente forza e abilità dei nani eh, però…
“Sono consapevole del fatto che non potrei mai fare un elfo, quindi questa cosa mi ha portato a scegliere questo nome, anche perché è sempre stata la mia razza preferita in ogni mio setting fantasy, poi loro sono quelli che appunto creano armi e armature in ogni mondo”
Come dicevo prima sei celebre per le realizzazioni armate di diversi personaggi: da Artorias The AbyssWalker e Havel the Rock di Dark Soul, oppure Thorin Re Sotto la montagna e molti altri. Quindi dalla vastità della tua evidente esperienza, qual è il materiale migliore per iniziare a lavorare le armature, e quale il più difficile ma che dà grandi soddisfazioni?
“Quello che dico sempre a chi si vuole approcciare a realizzare un’armatura: il materiale più versatile e più facile da lavorare è, secondo me, l’eva foam. È facile da reperire, se ne trova di tantissimi tipi, spessori, densità e non richiede attrezzi troppo particolari per essere lavorato. Può lavorarlo chiunque anche avendo semplicemente un cutter e un dremel. Nulla di tecnico, diciamo. È più facile fare esperienza grazie alla reperibilità del materiale, sia per la sua leggerezza e flessibilità. Ci si possono fare talmente tante cose che, secondo me, è il materiale migliore per chi vuole iniziare. Se, invece, si vuole parlare di materiali che sono più complessi da utilizzare, ma che danno molte soddisfazioni uno dei miei preferiti è il cuoio, perché la soddisfazione che da una armatura in cuoio è totalmente diversa da quella che può dare un’armatura in eva foam. Oltre al fatto che un’armatura fatta in cuoio, se fatta bene, ti dura per la vita. È un pezzo che non butterai mai via se la conserverai nella maniera giusta. Poi andiamo sulle resine, andiamo su materiali che hanno una lavorazione sicuramente più complicata, dai costi più elevati, ma quando poi dopo vedi il pezzo finito è tutt’altra storia. Più lavoro c’è e più ti dà soddisfazione”

Immagino che ogni armatura abbia le sue difficoltà. È quasi impossibile dire quale è più difficile, perché ogni armatura ha ovviamente le sue reference, però, secondo te, quale è la parte di armatura, in generale, su cui si possono riscontrare più difficoltà nella sua realizzazione? Dove ci può essere più lavoro?
“Per come lavoro io parto sempre dall’elmo, dalla testa. Solitamente è la parte più complicata da realizzare in un costume e appunto parto da quello perché penso “se supero questo step tutto il resto è molto più semplice” quindi, io ritengo che appunto gli elmi, più che altro per le forme più particolari, richiedono un’attenzione diversa per la realizzazione dei modelli, dei template e quant’altro, quindi penso che, per quanto riguarda la mia esperienza, sono la parte che mi porta via più tempo nella progettazione. Il resto viene molto più facilmente da sé”
Adesso comincio con le domande più rompiscatole, ti avviso. Pronto? Nel corso degli anni in molti si sono approcciati ai cosplay armati, anche dalle dimensioni titaniche. Secondo te quanto è importante lo studio funzionale di un’armatura rispetto alla resa finale estetica per rendere possibile anche muoversi mentre la si indossa?
“Secondo me è la cosa più importante. Se uno vuole realizzare un costume, soprattutto di dimensioni notevoli, la prima cosa deve tenere conto è che ci deve camminare, muoversi e non essere un pericolo per chi si trova intorno, quindi penso che la componente strutturale è la parte principale, perché è facile fare una cosa gigantesca, ma poi sembri una bella statuina. Non è più un costume, ma una statua e invece di avere un manichino di plastica c’è una persona. Secondo me la mobilità è tutto, infatti quando vedo costumi molto grandi che si muovono bene per me sono dei punti a favore che valuto sempre, se invece sono immobili o difficilmente stanno in piedi, possono essere belli quanto vuoi però…”

Io sono una profana, ho fatto i miei primi pezzetti di armatura quest’anno, però penso che il cosplay, come si è trattato spesso nelle nostre interviste, sia un insieme di fattori. Io credo, nella mia ignoranza, che se non si guarda questo aspetto si perde un po’ la magia no? Come dicevi tu, sei bello da vedere, ma devi stare fermo. Credo che quello che stai dicendo si possa riassumere in questo modo: la funzionalità deve andare di pari passo con le reference, perché altrimenti la magia si perde.
“Esatto. Poi ci sono dei momenti in cui dovrai scendere a compromessi, perché, ad esempio, cose che vengono rappresentate in un videogioco o simili non tengono conto di alcune regole basilari della fisica del nostro mondo e quindi devi essere bravo anche tu a trovare degli escamotage, adattarli a determinate cose, magari cercare di modificare determinate proporzioni per non risultare totalmente al di fuori delle reference o quant’altro. Quindi, secondo me, la parte più importante di un costume è la progettazione della funzionalità di tutto quanto”
Negli ultimi anni le fiere si stanno attrezzando per garantire uno spazio di primo soccorso ai cosplayer e cioè il famoso S.O.S Cosplay, utile soprattutto per chi viaggia. Ribadiamo sempre che i cosplay non si toccano senza il permesso dei loro proprietari, perché, come a volte può succedere c’è la superficialità di chi arriva, tocca e track! Siccome però l’inconveniente è sempre dietro l’angolo e non sempre si ha a disposizione il servizio S.O.S Cosplay, cosa ci si dovrebbe portare dietro per riparare una armatura in caso di imprevisti? Insomma un buon “kit di primo soccorso” da portare sempre con sé.
“Guarda, io quando vado in fiera porto sempre la mia piccola scatoletta con l’essenziale per riparare i costumi. Solitamente c’è sempre dentro dell’adesivo a contatto, tipo il Bostick o eventuali adesivi per incollare qualsiasi materiale, oppure dei rivetti classici maschio-femmina che puoi chiudere con una pinza che in caso ti salta una cinghia è un attimo metterne uno. Preferisco sempre gli agganci meccanici piuttosto che le colle, perché sono più sicuri e infallibili. La colla può staccarsi, quello meccanico no o comunque è molto più difficile. Altra cosa può essere portarsi dietro qualche stick di colla a caldo, perché quella è la fruizione più veloce per riparare qualcosa all’ultimo minuto se non hai nient’altro…e sostanzialmente varie colle, tipo quella acrilica o la super colla per riparare le cose sul momento. Queste sono più o meno le cose più utili, se poi uno vuole esagerare si porta dietro qualche utensile come può essere una forbice o una pinza, cose così…però, solitamente, con poche cose riesci ad avere un buon kit per sopravvivere”
Anche perché uno spera che non gli si smonti tutto dritto per dritto insomma
“In quel caso l’unica cosa che si può fare è Lourdes. Se si smonta tutto è l’unica soluzione, non ci si può fare nulla eheheh…”

Mi sembra tristemente giusto, adesso passiamo a una domanda che ho creato in visione della polemica degli ultimi mesi. Voci nel vento dicono che nella scena cosplay italiana, l’armatura abbia un impatto maggiore rispetto a un sartoriale, tu cosa ne pensi? Qual è il tuo pensiero sull’argomento?
“In tanti casi, quando c’è inesperienza da parte di chi sta giudicando una gara, può succedere. Può succedere che un lavoro molto vistoso, un’armatura molto vistosa, grossa, appariscente prenda il sopravvento rispetto a lavori più sobri, ma molto più curati. Io personalmente guardo sempre quanto è curato il lavoro indipendentemente da quanto sia grande, sgargiante e pieno di luci. Il problema è che spesso tante volte questo non succede, noi lo abbiamo soprannominato effetto “albero di natale” e cioè quando una cosa è piena di luci, colorata e vedi solo quello e poi un lavoro sartoriale fatto benissimo, perfetto poi passa in secondo piano. Purtroppo, secondo me, succede questa cosa, ma questo è soggettivo di chi giudica e si può fare ben poco. Si può solo sperare che chi giudica abbia l’occhio e sappia vedere i particolari, valutandoli come qualcosa di superiore rispetto a chi è semplicemente grosso, pieno di luci e di fumo per intenderci. Purtroppo succede e capisco che ci sia questa polemica, perché l’ho visto succedere parecchie volte.”
Però non ci si deve scoraggiare. Non è che il non vincere sminuisce il lavoro di qualcuno. Nella mia piccola esperienza da giurata, sono le inezie che fanno sì che qualcuno vinca e altri no, che sia un’armatura o un sartoriale. Secondo me è un qualcosa da tenere da conto. Vedo molto malcontento, quando invece se quel giorno non hai vinto, non vuol dire che il tuo lavoro non sia stato all’altezza.
“Assolutamente. Magari quel giorno c’è qualcuno che ha fatto meglio di te. In una competizione è normale, è quello che rende bella una competizione sana. Quel giorno quel qualcuno è stato meglio di te, la prossima volta, se sei competitivo, cercherai di essere più bravo di lui”
Cambiando argomento, se dovessi scegliere un personaggio a cui ti senti affine, quale sarebbe?
“Eh, se dovessi scegliere torniamo sui nani, perché il carattere è quello purtroppo ehehe… quindi, decisamente Thorin Scudo di Quercia. Ho realizzato talmente tante versioni di questo personaggio che, oltre adorare alla follia il lavoro di character design che è stato fatto, nonostante abbia molto da ridire sul film in questione, il personaggio mi piace davvero tanto. Se devo sceglierne uno, in cui mi sento a mio agio e indosso i suoi panni diventando lui è sicuramente Thorin in qualunque versione lo abbia fatto.
In cosa ti sei sentito così affine per portarlo così facilmente sulla tua pelle?
“Un po’ il carattere. È comunque un personaggio che non è solo bianco e nero. Ha molte sfumature nel mezzo, è un personaggio che ha la sua moralità, orgoglioso, onorevole, ma comunque debole in determinate cose e cade in delle tentazioni che lo rendono molto umano nonostante sia un nano nella terra di mezzo. Quindi è un personaggio a cui riesco ad avvicinarmi, perché fa degli errori in cui possiamo cadere tutti”
Una sorta di umanità nel suo essere fantastico. Mi piace questa lettura di Thorin, si vede che lo apprezzi molto. E siamo giunti all’ultima domanda prima dei saluti. Qual è il tuo consiglio verso il nostro pubblico cosplay per affrontare con positività i primi approcci con le armature?
“Quello che mi sento di dire è che chiunque voglia avvicinarsi al mondo delle armature deve prendersi il suo tempo, deve pensare che comunque sia la miglior scuola è quella dell’esperienza. È quella di prendere e sporcarsi le mani, fare le cose. Esistono svariati metodi e scuole di pensiero e ognuno può farle come meglio crede, ma la cosa migliore è sempre provare e vedere cosa gli dà più soddisfazione. C’è chi le fa in foam, chi in worbla e chi in stampa 3D. Ognuno sceglie il suo metodo in base alle sue abilità. Per me è una questione di determinazione. Ci si mette lì nel tempo libero e ci si impegna. Vi farete male, vi taglierete, vi brucerete, ma sono cose normali, nessuno ha perso un arto fin ora…”
Invitiamo tutti a non farlo e non perdere pezzi
“Beh si, evitate, fate attenzione con i cutter perché qualche pezzo di dito parte inevitabilmente. Tanto olio di gomito, pazienza e chiedete consigli a chi ritenete che sia in grado di aiutarvi. Conosco diversi che sono più che felici di dare consigli sull’argomento, quindi, nessun problema.”
Quindi l’intramontabile “metti la cera, togli la cera” rimane il consiglio topico. Alex ti ringrazio di cuore per aver accettato il nostro invito. Ti va di salutare gli amici di Epicos News?
“Grazie a voi per il vostro invito, grazie per l’intervista e a presto”
E un grazie a tutti voi per essere arrivati fino a qui. Se vi va lasciate un like, commentate e condividete con tutti i vostri amici.
Dalla vostra Grayfox_001 è tutto e vi auguriamo un buon fine settimana! Al prossimo appuntamento!